Mariko Mori
1967, Tokyo, Giappone
Vive e lavora tra il Giappone e New York
site-specific | opera permanente
Great Light
2024
Tessuto stampato
La carriera artistica di Mariko Mori (che comprende sculture, video, fotografie, installazioni, immagini digitali e performance) è originale e sfaccettata. Presenta riferimenti sia all’immaginario pop che alla tradizione religiosa giapponese congiunta a elementi della cultura occidentale, ottenendo spesso risultati dalla spiccata impronta spirituale che esalta le profonde connessioni esistenti tra tutti gli uomini.
Dalle immagini digitali, come gli scatti o gli ambienti che la vedono protagonista nelle vesti di un’eroina manga, fino ai progetti più recenti, dall’intento più impegnato per sensibilizzare i fruitori alla questione ambientale e all’uguaglianza tra i popoli, la ricerca di Mariko Mori fonde la tecnologia con la riscoperta delle radici ancestrali dell’uomo.
Il soffitto Great Light è stato realizzato appositamente per Palazzo Diedo.
Courtesy of the artist
Foto di Massimo Pistore
opera temporanea
Peace Crystal
2016-2024, Venezia
Nel 2010, l’artista Mariko Mori ha intrapreso un progetto pubblico monumentale per creare sei opere d’arte site-specific in contesti ecologici particolari, realizzati in collaborazione con le comunità locali di tutti i continenti abitabili della Terra. La Faou Foundation è un’organizzazione no-profit costituita per realizzare questo progetto e promuovere la consapevolezza ambientale dell’equilibrio tra umanità e natura. Le opere d’arte di Mori sono un simbolo di gratitudine verso gli ecosistemi e le risorse naturali presenti in tutto il mondo: inserite nella bellezza dell’ambiente incontaminato, sono una preghiera di pace e di armonia, e ricordano che ogni essere vivente esiste per custodire i tesori della Terra. Faou desidera suscitare un’etica di “Un unicum con la Natura”. La terza installazione di Faou e la nuova opera di Mori, Peace Crystal, saranno esposte nel Giardino Privato, Palazzo Corner Della Ca’ Granda, Venezia, da maggio a ottobre 2024.
Courtesy of the artist
Foto di Massimo Pistore